Diario
9 maggio 2017
canzone napoletana
Roberto
De Simone
La
canzone napolitana
Einaudi
“Millenni”, 2017
La
canzone napoletana studiata e raccontata non nei suoi aspetti
folcloristici più standardizzati, ma come mito che affonda negli
archetipi musicali più antichi, come sonorità rimosse dalla memoria
e affioranti dove meno te l'aspetti: in un mercatino domenicale dove
si vendono dischi di prima della guerra o nel negozio di un barbiere
cantante che conserva tradizioni perse nei secoli. Roberto De Simone
ci conduce in una ricerca che diventa inventario di testi e musiche,
ma anche racconto di personaggi, di luoghi, di rappresentazioni
popolari devote e profane. Sempre nei libri di De Simone alto e
basso, popolare e colto si intrecciano indissolubilmente; così
avviene anche in questo libro, che insieme al saggio sul Presepe
napoletano è forse il suo capolavoro, la summa delle sue ricerche e
della sua antropologia culturale. Dunque nelle pagine della Canzone
napolitana l'arte canterina di un anonimo venditore ambulante e la
raffinata poesia di Salvatore Di Giacomo vanno a braccetto fra loro,
come i melodrammi di Rossini e Donizetti e la performance di tre
femminelli in processione a un santuario. L'alternanza fra capitoli
di rigorosa musicologia e altri di spericolata narrazione è più
apparente che reale, perché nei capitoli storico-musicali si insinua
la fiction (come in un bellissimo colloquio immaginario fra Torquato
Tasso e Monteverdi) e nelle narrazioni c'è molta filologia (peraltro
le partiture delle canzoni sono raccolte in fondo al volume).
Attraverso la trattazione storica e il racconto, De Simone delinea un
genere musicale ma tratteggia anche il ritratto della sua città: una
Napoli cangiante nei secoli eppure sempre se stessa. Un collage di
sovrapposizioni (splendidamente rappresentate in un parallelo visivo
dalle illustrazioni di Gennaro Vallifuoco, antico sodale di De
Simone) legato da un filo rosso che arriva fino alla seconda guerra
mondiale e, attraverso le testimonianze più resistenti ai
cambiamenti della modernità, a saperle trovare e ascoltare, fino ai
giorni nostri.
| inviato da bub il 9/5/2017 alle 6:44 | |
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